Storia del Comune
Quando la penisola italica cominciò a popolarsi, Caprese era una folta macchia di faggi, castagni e querce.
Ma reperti in bronzo, rinvenuti nella zona del Castello, e scavi presso Tifi testimoniano che già al tempo degli Etruschi, e poi dei Romani, queste zone erano abitate e civili.
Storici autorevoli indicano nel Castello di Caprese il luogo in cui, nell’anno 552 d.C., morì Totila, il re dei Goti.
Dopo il 568 d.C. iniziò la dominazione longobarda, che esercitò un forte e duraturo influsso sulla realtà locale; lo testimoniano i nomi di vari luoghi, come Mezzano (Dicciano), Agitone (Giglione), Perello (Priello) ecc., il pluteo in pietra dell’VII secolo, decorato a bassorilievo, rinvenuto durante i lavori di restauro nella Chiesa di S. Cristoforo, e la menzione, nei documenti dell’Archivio Capitolatore Aretino, dei “Longobardi de Caprise”.
Signori di Caprese furono nei secoli XI e XII i Conti Ranieri di Galbino fino a quanto, nel 1226, il Comune, stanco delle lotte tra i feudatari, si mise sotto la protezione di Arezzo.
Nel 1260 i Conti Guidi di Romena presero il possesso del territorio, ma nel 1324, dopo un assedio di tre mesi, conquistò il castello il vescovo di Arezzo Guido Tarlati.
Dopo alcuni decenni di anarchia, nel 1384, i Capresani fecero volontaria dedizione alla Repubblica di Firenze. Il dominio fiorentino fu sancito, nel 1386, con l’istituzione di una Podesteria che rimase in vigore fino al 1783.
Nacque a Caprese, il 6 marzo 1475, Michelangelo Buonarroti, nel periodo in cui il padre Ludovico vi svolgeva la funzione di Podestà.Nel 1737, terminata la secolare epoca dei Medici, il territorio passò sotto l’amministrazione degli Asburgo-Lorena, intercalata in breve, ma importante dominio francese (1799-1814). Con il plebiscito del 1860, Caprese, come tutta la Toscana, entrò a far parte del regno di Sardegna e poi di’Italia. In questo periodo nuovo lustro venne a Caprese dalla figura e dell’opera di Giovanni Santini (Caprese 1787 – Noventa Padovana 1877), astronomico e matematico eminente nell’insegnamento e nella ricerca.
Con Regio Decreto del 9 Febbraio 1913, fu aggiunto all’antico nome quello di Michelangelo, a significare i natali che qui ebbe il Sommo Artista.
Il ricordo del Buonarroti vive ancora oggi nella Chiesa di San Giovanni, e all’interno delle mura castellane che ospitarono il Museo Michelangiolesco: la Casa Natale, il Palazzo Clusini, oggi sede del Municipio, le Sale della Rocca, in cui si trovano antichi calchi in gesso donati dalle Gallerie Fiorentine, ed il suggestivo Museo di Scultura all’aperto.
Le tracce di questa storia intensa si possono ammirare ancora oggi nei monumenti più significativi di Caprese: la Rocca medioevale, costruita nel X secolo, l’Abbazia camaldolese di Tifi, la Pieve di San Cassiano, esaltata dalla potenza espressiva del suo ambiente, la romantica Chiesa di San Cristoforo ed il Santuario della Madonna della Selva.
Suscitano ammirazione e rispetto i luoghi che testimoniano il passaggio di San Francesco durante i suoi viaggi da Assisi al Sacro Monte della Verna: la Chiesa di San Polo, la Cappella di Zenzano, l’Eremo della Casella.
Caprese Michelangelo è collocato sulla dorsale appenninica, nell’area più verde della Val Tiberina Toscana.
Il territorio, che raggiunge l’altitudine di 1415 metri nell’Alpe di Catenaria (M. Castello), è attraversato da numerosi corsi d’acqua confluenti nel torrente Singerna, che si unisce al Tevere nel lago di Montedoglio. Estesi boschi di faggi, castagni e querce compongono ancora oggi uno scenario incontaminato e rendono l’aria particolarmente salutare.
Il castagno, chiamato da sempre “l’albero del pane”, occupa un posto preminente nella storia e nella civiltà di Caprese. Castagne e funghi, insieme a tartufi, more, fragole e lamponi, sono i frutti genuini di questa terra, fondamentali per la sua economia.
Il territorio capresano, a spiccata vocazione turistica, offre ai suoi ospiti servizi di qualità, fra i quali si evidenziano quelli ricettivi e sportivo-ricreativi.
Storia, arte e ambiente si fondono dunque nella realtà di Caprese. Da ciò prendono vita principali manifestazioni: incontri d’arte, corsi sull’affresco, mostre e convegni, concerti, folclore, Festa della Castagna, attività ricreativi e sportive, trekking per boschi e luoghi antichi.